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Commenti al testo di Salvatore Armando Santoro
Fiata, fiate, Bembo e la questione della lingua

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 Franca Colozzo - 21/01/2018 17:27:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Interessante saggio sulle origini della lingua italiane e sulle varie scuole di pensiero. Si è imposta la lingua toscana per le motivazioni addotte da Santoro, che trovano riferimenti storici concreti per l’evoluzione del dialetto e per l’opera del Bembo in merito. Dante, Petrarca e Boccaccio, additati come la triade di letterati e grandi scrittori fiorentini, hanno fatto sì con le loro opere di spezzare una lancia a favore del toscano trecentesco che, a partire da loro, assurge a lingua ufficiale della penisola italica (l’Italia era ancora una chimera).
In tempi più recenti è stata rivalutata la figura di Dante, svilita inizialmente a causa del pluristilismo, assurta a simbolo stesso della lingua italiana tanto che la società "Dante Alighieri" è un’istituzione nota in tutto il mondo (Da Wikipedia: "...Fondata nel 1889 grazie ad un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci che diramarono un «Manifesto agli italiani», venne eretta la fondazione con Regio Decreto del 18 luglio 1893, n. 347)... Dal 1993, in base alla convenzione n. 1903 del 4 novembre con il Ministero degli Affari Esteri, la Società Dante Alighieri opera per la certificazione dell’italiano di qualità con un proprio certificato PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri").
Comunque convengo che la lingua è una sorta di compromesso dovuto a fattori storici e sociali. Se fosse cambiato il corso della storia con la vittoria dei Normanni e degli Svevi, probabilmente la Scuola Siciliana sarebbe stata all’apice del sistema culturale esistente ed oggi non ci sarebbe stato il fiorentino.
Come al solito, la storia e la lingua salgono sul carro dei vincitori.